Abbiamo chiesto al direttore artistico del festival, il conduttore radiotelevisivo Stefano Raucci, di condurci dentro l’edizione 2022.
Dopo il grande successo della passata edizione, con quale spirito e con quale obiettivo si riparte?
“Lo spirito è sempre orientato al fare, al costruire. Stiamo lavorando per migliorare e per offrire una nuova edizione all’altezza delle aspettative, limando le cose su cui pensiamo ci siano margini di crescita ulteriori. In tanti hanno cominciato ad iscriversi numerosi e questo è motivo di grande gioia.
L’obiettivo è sempre unico: essere un riferimento serio e credibile per i musicisti, per i cantautori, interpreti e band che credono in un proprio percorso artistico. Poche chiacchiere, zero facili promesse, ma un’esperienza di vita e un’opportunità seria, reale e concreta: questo vuole essere sempre più il Roma Music Festival”.
Personalmente, come è iniziato il suo percorso da direttore artistico del Roma Music Festival?
“Devo dire grazie al patron del festival Andrea Montemurro, al quale mi lega un rapporto di amicizia e stima che dura da tanti anni. Mi ha coinvolto nel progetto e sul modo di fare e di lavorare dentro il Festival ci siamo trovati subito in perfetta sintonia.
Ci siamo seduti e siamo letteralmente ripartiti da capo, nel bel mezzo del periodo della pandemia che aveva messo a terra il mondo della musica. Avevamo un sogno comune: dare un segnale di presenza, ripartenza e speranza ai tantissimi artisti che non avevano più certezze di alcun tipo. E così abbiamo fatto convergere la nostra passione verso questo obiettivo. Pur dovendo ancora fare i conti con il Covid, abbiamo allestito un festival che nel 2021 ha fatto registrare partecipazioni e presenze da tutta Italia e anche dall’estero, che ha avuto riscontro sui media ed è cresciuto moltissimo. A chiudere il percorso, abbiamo realizzato il cd compilation ufficiale del Festival che comprende tutti i finalisti, per lasciare loro un ricordo indelebile e di valore artistico che resti invariato nel tempo”.
Veniamo all’edizione 2022, allora: ci può anticipare qualcosa?
“Aumenteranno le selezioni e i casting, per dare ancora più possibilità a chi intende partecipare. Le band avranno una categoria a loro dedicata e potranno suonare live già nelle semifinali nazionali, che prevederanno la presenza di pubblico in sala. Dopo le restrizioni e le costrizioni legate al Covid la presenza del pubblico sarà vitale soprattutto per gli artisti in gara. Stiamo preparando altre sorprese e grandi novità, che ufficializzeremo al più presto”.
Lei è anche il presentatore ufficiale del Roma Music Festival: cosa prova sul palco, quali emozioni condivide con gli artisti che partecipano?
“Le emozioni sono fortissime, soprattutto perché fin dalla prima selezione inizia un percorso, un cammino comune, e dietro ogni artista c’è una storia, un mondo, un sentimento da scoprire e valorizzare. La cosa che mi è piaciuta di più, tornando all’edizione del 2021, è stato il clima di grande empatia e gli attestati di stima che sono arrivati proprio dai partecipanti, così come dai giornalisti e dagli addetti ai lavori dell’ambiente musicale. E’ stato apprezzato il nostro modo di mettere al centro del progetto gli artisti in gara, e di non considerarli dei semplici numeri. Abbiamo dedicato ad ogni artista il tempo necessario, l’attenzione più alta possibile anche in termini di immagine, con foto, riprese video e tutto quanto ci è stato possibile fare. Il nostro format e il nostro regolamento sono piaciuti a tal punto da essere stati letteralmente copiati di sana pianta da un talent che è nato subito dopo di noi, a poche settimane dalla nostra finale nazionale del 2021, con lo stesso identico format e regolamento e persino negli stessi luoghi che avevamo utilizzato noi. Lo dico con un sorriso, ma mi chiedo se riusciranno a stare dietro a tutte le novità che apporteremo già da questa nuova edizione. Potranno copiarci in ogni modo, ma lasciatemi dire con orgoglio e senza presunzione che di Roma Music Festival ce n’è e ce ne sarà sempre e solo uno al mondo!”.